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Sinossi:
Otello, valoroso comandante mercenario d'origine africana, al servizio della repubblica veneta, ispira in Desdemona, figlia del senatore Brabanzio, una passione profonda. Benché destinata dal padre al nobile Rodrigo, Desdemona decide di fuggire col gagliardo guerriero, aiutata dagli amici di Otello, Jago e Cassio. Ma Jago, che è falso amico, riferisce a Rodrigo della fuga: Otello è chiamato in giudizio, ma dichiara che il suo amore è puro e che intende sposare la giovane. Assolto, parte subito per la guerra contro i turchi, dopo aver donato a Desdemona un prezioso fazzoletto ricamato. A Cipro avverranno le nozze. Ma Jago continua nelle sue trame e riesce a far credere a Otello che la moglie lo tradisce; le ruba il fazzoletto e lo consegna all'ignaro Cassio, che indica come amante di Desdemona. Folle di gelosia, Otello strangola la moglie, poi si trafigge col suo pugnale.
“Catalogo Ambrosio”, settembre 1914

(…) Questo Otello, pur avendo dei grandi pregi di messa in scena, manca talvolta di quella ampiezza decorativa che s'impone e dà l'impronta materiale della grandiosità. (…) Nessuno mi vorrà affermare che vi sia in Otello ampiezza di quadro; che di ampio non vi sono che i personaggi, quasi sempre in primo piano, e dei particolari forse troppo frequenti. È bensì vero che non si può dare esplicazione, per quel tanto che il Cinema lo permette, alla parte morale dell'opera, se non si portano innanzi gli attori onde il pubblico ce la possa leggere sui loro volti. Tuttavia credo che in questo lavoro si sia alquanto ecceduto, e che più di un quadro non abbisognasse del particolare o del primo piano. (…) Intendo solo, senza voler togliere il merito all'opera, fare degli appunti ai suoi esecutori, non tanto su quel che hanno fatto, ma su ciò che potevano, anzi spesso dovevano, fare a qualunque costo. Che il Moro, p. es., abbia battuto i turchi senza un simulacro di combattimento! Pare a me che sia poca cosa quel finale con una barca che fuma; per quanto come quadro è bellissimo, come bellissimo è l'arrivo di Desdemona colla vela cristiana, ma un po' scarsuccio (…).
L'interpretazione è più che discreta; l'attore che impersona Otello, sebbene fisicamente avrebbe potuto essere scelto di una linea più snella e, perché no?, più piacente, è semplice, sobrio e misurato; nella scena con Jago ed in quella finale, ha buoni momenti di efficacia drammatica. Peccato che non gli abbiano concesso qualche metro di pellicola in più! Jago (cavaliere Tolentino), è fisicamente troppo piacente, e la sua figura non ispira alcun ribrezzo, per quanto sia magistrale la sua interpretazione. Non deplorerò mai abbastanza che non gli si abbia dato più ampio spazio pel suo monologo (…) Magnifici i costumi di Caramba. Bella la parte fotografica e l'inquadratura delle scene di Venezia, sebbene, a mio avviso, la film si sarebbe potuto arricchire di altre magnifiche vedute. L'egregio avv. Barattolo ha voluto allestire questo spettacolo nel suo Cinema Ambrosio, con l'orchestra e facendo adattare espressamente la musica, a commento dell'azione. Manco a dirlo che il successo fu ottimo e per parecchi giorni il pubblico vi occorse assai numeroso e fu prodigo di applausi.
Pier da Castello, “La Vita Cinematografica”, 7 novembre 1914.

Restaurato in collaborazione con CNC - Service des Archives du Film.
titolo:

Otello

titolo in italiano: Otello
regia:
Cast & credits:
anno: 1914
nazione: ITALIA
lingua: FRANCESE
sonoro: sonoro
durata: 35 min.
produzione: Società Anonima Ambrosio