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Sinossi:
Incompleto. Solo la prima parte.

Miss Fuffly Ruffles, ricchissima ereditiera americana, soprannominata “Signorina Ciclone” per la sua temerarietà ed irruenza, giunge in Europa cercare marito; la seguono il suo fedele servo nero Aly e sette giovani miliardari che le fanno una corte assidua quanto disperata e sempre coperta di ridicolo dalla spietata Fuffly, la quale trova in ognuno di essi il corrispondente peccato capitale. Appena arrivata a Parigi, Fuffly si fa condurre dai sette adoratori al Bal Tabarin, dove ne combina di tutti i colori, tra il divertimento generale, ad eccezione di Claudio Barsac, lo scrittore profondo, il letterato blasè, che, più la ragazza, che se ne è immediatamente innamorata, cerca di attrarre l'attenzione, più la tratta con sufficienza, se non indifferenza. Per un equivoco, Claudio viene ritenuto colpevole di un furto ed arrestato; non riuscendo a provare il suo alibi, è preso dall'idea del suicidio che comunica per lettera a Fuffly. La signorina Ciclone fa allora veramente onore al suo soprannome, mettendo sottosopra mezzo mondo e riuscendo infine a provare l'innocenza di Claudio che, tornato in libertà, sposa Fuffly.
Vittorio Martinelli, Il Cinema Muto italiano 1916.

Miss Fluffy Ruffles, ricchissima ereditiera americana, soprannominata "La signorina Ciclone" per la sua temerarietà ed irruenza, se ne viene in Europa in cerca di un marito: e lo troverà in un giovane timido e riservato, esatto contrappunto alla sua intemperanza.
Questo, in grande linee, il soggetto che Lucio D’Ambra aveva scritto per la danzatrice franco-polacca Stacia Napierikowska, allora attiva in Italia e che la Film d’Arte Italiana, dove ne aveva combinate di tutti i colori, fu ben felice di cedere alla neonata Medusa-Film. Il caso volle che sin dal primo giorno la temperamentale primadonna avesse uno scontro con il regista Augusto Genina, il quale, senza pensarci due volte, la mise alla porta. A nulla valsero i tentativi di D’Ambra di metter pace tra i due: sia l’una che l’altro non vollero riconciliarsi e il personaggio venne allora affidato ad una giovane e sconosciuta attrice francese, Suzanne Armelle, protetta dal Marchese di Bugnano, proprietario della Medusa. Il che provocò a sua volta le proteste della prima attrice assoluta della Casa, Fernanda Negri-Pouget, la quale aveva accettato che La signorina Ciclone fosse interpretato dalla Napierkowska, tanto nomine; ma che ora un’ignota attricetta venisse preferita a lei, non le andava proprio giù. Bugnano incaricò Genina e D’Ambra di sedare le acque, ma anche questa volta non vi fu nulla da fare: la Negri-Pouget rese cappello e se ne andò, sbattendo la porta.
Tutta questa buriana potrebbe far pensare ad un film nato male e finito peggio: nient’affatto. La Armelle, che poi si perse in film senza storia, seppe essere pienamente all’altezza della situazione, sfoderando un brio, una vivacità, una spigliatezza davvero encomiabili. E La signorina Ciclone, di cui oggi sopravvive solo la prima metà, risultò una commedia spiritosa ed intelligente che divertì il pubblico e fece faville al botteghino.
Nel recensire il film, che raccolse una messe di lodi anche dai più severi critici, il corrispondente bolognese de La vita cinematografica rilevò che allo spettacolo serale del Cinema Medica assisteva anche Lyda Borelli, visibilmente divertita e, giudicando la film ottima sotto ogni rapporto, s’era volentieri unita nell’applauso corale del pubblico alla fine della proiezione.
Catalogo Il Cinema Ritrovato 1991.

Restaurato in collaborazione con CNC - Service des Archives du Film.
titolo:

Signorina Ciclone, la

titolo in italiano: Signorina Ciclone, la
regia:
Cast & credits:
anno: 1916
nazione: ITALIA
lingua: FRANCESE
sonoro: sonoro
durata: 22 min.
produzione: Medusa Film