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Nel bacino carbonifero di Liegi, in Belgio, i minatori vivono con le famiglie in baracche costruite nel recinto della miniera: sono tutti stranieri, soprattutto italiani, turchi, polacchi, spagnoli, e non riescono a integrarsi con la popolazione locale. Il problema della comprensione tra culture e tradizioni molto diverse si fa sentire anche tra i bambini che giocano vicino alle baracche: un ragazzino arrivato da poco nel campo resta in un angolo, non conosce ancora nessuno e non ha il coraggio di avvicinarsi. I bambini si allontanano, salgono su una collinetta di terril dove c'è una ruspa, si arrampicano. Il nuovo arrivato li segue dopo un po' e corre verso di loro, ma gli altri lo buttano a terra e scappano. Solo uno rimane, parla solo francese e gli chiede se è spagnolo, greco o italiano. L'altro non risponde, ma gli passa dei numeri di plastica e i due iniziano a giocare. Inizia a piovere, il terreno diventa fangoso e i ragazzi si riparano nella ruspa, poi escono, correndo insieme. Il primo passo è compiuto, ma la strada verso l'integrazione è ancora lunga, dice il commento.