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Il Cireneo è l’uomo che, secondo i Vangeli, fu obbligato a trasportare per un tratto la croce di Gesù. In questo film, che mescola fiction e documentario, il Cireneo è uno dei circa 4000 arbitri di calcio presenti in Italia. La sua è una posizione scomoda, scarsa di soddisfazioni morali e materiale. In aggiunta, egli è spesso vittima delle contumelie dei tifosi che, qualche volta, ricorrono anche alle vie di fatto. Il protagonista riceve una telefonata in ufficio: “è arrivata”, annuncia la voce nella cornetta. L’uomo si reca a casa, dove la moglie gli consegna la lettera di convocazione con il luogo della prossima partita che dovrà arbitrare, notizia da tenere segreta fino all’ultimo momento. Assieme alla moglie l'uomo prepara la valigia. Alcune immagini ci portano su campetti di provincia, dove l’arbitro sfida le intemperie e le intemperanze di calciatori e manager, sedando proteste e percorrendo il terreno di gioco in lungo e in largo. La forma atletica è per l’arbitro una necessità: lo vediamo allenarsi correndo sulla spiaggia. La moglie, intervistata, si dichiara poco soddisfatta, visto che il marito non può passare la domenica in famiglia. Figlio e figlia sono dello stesso parere, anche se il maschietto si vanta di averlo visto una volta in televisione. Anche il portinaio si dichiara orgoglioso di averlo tra i suoi inquilini. Vengono raccolti pareri di muratori, passanti, camerieri sulla figura dell’arbitro. Una donna che stende i panni parla di eroismo. La voce di commento conferma: l'arbitro è un eroe. Ma perché lo fa? La moglie sostiene che in campo egli si senta il padrone. Il marito dissente, sfogliando il regolamento e il decalogo degli arbitri, dove tra le altre cose si raccomanda di condurre una vita proba, non mettere le mani sul fianco in atteggiamento autoritario, non assumere pose statuarie, non toccare i calciatori. Viene inquadrato il pubblico sugli spalti. Tra di essi, dice la voce di commento, forse c'è anche il commissario di campo, che scruta l'arbitro e lo giudica. La moglie si lamenta perché il pubblico spesso offendo anche lei. E infatti vengono mostrati spettatori che gridano "cornuto". Alcuni titoli e foto di giornali riportano episodi di violenza negli stadi e di aggressioni all'arbitro. Ritroviamo il nostro arbitro in ufficio, con una medicazione in testa, contento di ricevere un'altra telefonata che gli annuncia che la nuova convocazione è arrivata.