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Sinossi:
Il film si apre su immagini delle catacombe di Napoli, con file di teschi e gente raccolta in preghiera, e di carri funebri fastosi che passano per strada. Un tempo la città, dice il commento, prosperava alle spalle delle altre città del Sud, mentre ora è vittima del degrado, detiene il primato della mortalità infantile e ha una situazione igienico-sanitaria preoccupante: mucchi di rifiuti si ammassano in strada, i netturbini non riescono a raccoglierli tutti e i bambini ci giocano intorno. Anche il golfo e il litorale sono inquinati, fogne abusive a cielo aperto si riversano in mare, e quelle comunali non sono messe meglio: un collettore nauseabondo, prima di sfociare in mare, attraversa il quartiere di San Giovanni a Teduccio. Il golfo di Napoli è inquinato cinque volte più degli altri mari: nonostante ciò vi si coltivano i frutti di mare che poi sono venduti per strada. Anche le condizioni economiche sono precarie a Napoli, i livelli di disoccupazione sono preoccupanti e i banchi dei pegni sempre affollati. Nel ventre di Napoli, con i suoi vicoli e cortili, vivono moltissime famiglie in condizioni definite “medievali”. Nei carretti e agli angoli delle vie si vende di tutto: stoffe, fiori, anguille, parrucche “usate e ripulite”, si svolgono lotterie, ci sono lustrascarpe e pizzaioli, nel vicolo si vive alla giornata, spesso di espedienti o accattonaggio. Molto diffusi sono anche la prostituzione, lo spaccio di droga e il contrabbando di sigarette che si svolge ovunque alla luce del sole, anche davanti al comando di polizia. Dopo le 19, orario di chiusura dei benzinai, compaiono sulle strade i venditori abusivi di benzina. Altro problema è il lavoro minorile: ragazzini trasportano cassette, pacchi, vassoi di caffè... Tra i mestieri abusivi è diffuso quello di “scassacontatori”. Le forze dell’ordine fanno ciò che possono, ma i reati aumentano continuamente: il tribunale è affollato da uomini ammanettati che salutano i parenti. La classe dirigente è in gran parte responsabile di questa situazione: il Comune ha più dipendenti di New York e Mosca, corruzione e clientelismo sono all’ordine del giorno. Nel duomo si compie il miracolo di San Gennaro mentre all’esterno nelle bancarelle si vendono statuette e oggetti sacri. Una serie di abusi edilizi ha distrutto il verde e scavato le colline, alterato il paesaggio e deteriorato il terreno trasformando la città in una colata di cemento che rischia di franare. Quartiere Traiano, Rione Amicizia, Secondigliano sono sobborghi poveri e squallidi: i bambini giocano in mezzo al cemento, qui mancano asili, giardini, ospedali, le scuole sono arretrate e disorganizzate e la povertà favorisce lo sviluppo della delinquenza giovanile. La costruzione della tangenziale e di nuove cliniche, volute da privati, ha causato ulteriori speculazioni. Ogni giorno centinaia di automobili e tram intasano le vie, il traffico è congestionato. L’economia sta passando dal sistema patriarcale del vicolo a un sistema industriale: mentre però i valori del primo ambiente si disgregano, altri non intervengono a sostenere il tessuto sociale della città.
titolo:
Città del malessere, la
titolo in italiano:
Città del malessere, la
regia:
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Ferrara, Giuseppe
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Cast & credits:
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Raparelli, Aldo (Musica)
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Bido, Antonio (Fotografia)
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anno: 1973
nazione: ITALIA
lingua: ITALIANO
sonoro: sonoro
durata: 26 min.
produzione: Corona Cinematografica