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Sinossi:
Il film, diviso in capitoli, è una ricostruzione del potere mafioso attraverso riprese originali, disegni e fotografie tratte dall’archivio della rivista “L’Ora” di Palermo.
Comincia con le riprese del superprocesso per mafia che si svolge a Palermo nel luglio 1974: tra gli imputati c’è Tommaso Buscetta, la voce fuori campo osserva come l’accusa sia di associazione a delinquere, essendo la parola mafia non ancora contemplata nel codice penale.
“La mafia del feudo”.
1948, iniziano in Sicilia le lotte contadine contro il feudalesimo mafioso, subito soffocate nel sangue: Placido Rizzotto, capo della lega di Corleone, viene gettato nelle gole di Rocca Busambra, il “cimitero della mafia” scoperto solo nel 1974. A dominare è la legge della paura, l’abigeato è prassi comune e gli allevatori sono costretti a pagare il pizzo per non perdere il bestiame. Michele Navarra, taglieggiatore dei fondi del corleonese, viene assassinato dal rivale Luciano Liggio. I funerali del boss Don Calò Vizzini (1954) sono seguiti da esponenti politici di tutta la regione, con il boss Genco Russo in prima fila.
“La mafia in città”.
Si sottolinea come l’espansione della mafia in ambito urbano, in particolare a Palermo, acceleri negli anni ’60 grazie soprattutto alla speculazione edilizia. Villa Florio, capolavoro di architettura liberty, viene incendiata dalla mafia, i palazzoni crescono attorno alla Conca d’Oro in cui si fondono tre mafie: quella feudale dei Liggio, quella degli agrumeti e dell’acqua e quella dei trasporti e dei cantieri. I nuovi interessi scatenano la guerra tra cosche rivali: Viale Lazio è teatro di una strage (ricostruita con disegni e foto). I mercati generali sono in mano alla mafia, i negozi devono pagare il pizzo, sigarette di contrabbando vengono vendute nei mercatini. Candido Ciuni, coinvolto nel contrabbando di tabacco, viene ucciso in ospedale da sicari vestiti da medici e infermieri (disegni dell’attentato).
“Le complicità mafiose”:
“Mafia e polizia”.
Nel 1960 Cataldo Tandoj, capo della squadra mobile di Agrigento in procinto di trasferirsi a Roma, viene ucciso in un agguato. Alcuni terreni alle porte di Roma, a Tor San Lorenzo, sono di proprietà di Frank Coppola, coinvolto nel traffico di eroina e procacciatore di voti per alcuni parlamentari. Il commissario Angelo Mangano nel 1973 sopravvive a un attentato di cui accusa Coppola, suo confidente - sembra che Mangano nel 1964 avesse catturato Luciano Liggio proprio grazie all’aiuto di Coppola (Liggio non sarà condannato e continuerà ad arricchirsi a Milano).
“Mafia e magistratura”.
Foto del processo a mafiosi nel 1965 a Catanzaro: quasi tutti gli imputati vengono assolti. Il magistrato Pietro Scaglione, che ha condotto l’istruttoria e denunciato legami tra la mafia e il mondo politico, viene assassinato nel 1971 a Palermo. Un anno prima era stato rapito Mauro De Mauro, giornalista de “L’Ora”, vicino a Scaglione (il regista Franco Rosi l’aveva incaricato di raccogliere notizie sulla morte di Mattei).
“Mafia e scuola”.
In Sicilia esistono le scuole della mafia, istituti scolastici sistemati dentro abitazioni costruite da speculatori, per le quali i comuni pagano affitti salatissimi mentre le scuole costruite con il denaro pubblico rimangono inutilizzate. I giovani protestano inutilmente, mentre sugli scranni di Palazzo delle Aquile, sede del municipio di Palermo, siedono vari inquisiti.
“Mafia e politica”.
Il legame tra mafia e politica si afferma con i movimenti separatisti del secondo dopoguerra, quando i nobili si servono di banditi come Salvatore Giuliano. In tempi più recenti Pasquale Almerico, sindaco DC di Camporeale, viene ucciso per essersi messo contro il capomafia Vanni Sacco.
Il film si conclude con la lettura del verdetto di assoluzione per gli imputati nel maxiprocesso a Palermo mostrato all’inizio, accolto festosamente dagli imputati.
Comincia con le riprese del superprocesso per mafia che si svolge a Palermo nel luglio 1974: tra gli imputati c’è Tommaso Buscetta, la voce fuori campo osserva come l’accusa sia di associazione a delinquere, essendo la parola mafia non ancora contemplata nel codice penale.
“La mafia del feudo”.
1948, iniziano in Sicilia le lotte contadine contro il feudalesimo mafioso, subito soffocate nel sangue: Placido Rizzotto, capo della lega di Corleone, viene gettato nelle gole di Rocca Busambra, il “cimitero della mafia” scoperto solo nel 1974. A dominare è la legge della paura, l’abigeato è prassi comune e gli allevatori sono costretti a pagare il pizzo per non perdere il bestiame. Michele Navarra, taglieggiatore dei fondi del corleonese, viene assassinato dal rivale Luciano Liggio. I funerali del boss Don Calò Vizzini (1954) sono seguiti da esponenti politici di tutta la regione, con il boss Genco Russo in prima fila.
“La mafia in città”.
Si sottolinea come l’espansione della mafia in ambito urbano, in particolare a Palermo, acceleri negli anni ’60 grazie soprattutto alla speculazione edilizia. Villa Florio, capolavoro di architettura liberty, viene incendiata dalla mafia, i palazzoni crescono attorno alla Conca d’Oro in cui si fondono tre mafie: quella feudale dei Liggio, quella degli agrumeti e dell’acqua e quella dei trasporti e dei cantieri. I nuovi interessi scatenano la guerra tra cosche rivali: Viale Lazio è teatro di una strage (ricostruita con disegni e foto). I mercati generali sono in mano alla mafia, i negozi devono pagare il pizzo, sigarette di contrabbando vengono vendute nei mercatini. Candido Ciuni, coinvolto nel contrabbando di tabacco, viene ucciso in ospedale da sicari vestiti da medici e infermieri (disegni dell’attentato).
“Le complicità mafiose”:
“Mafia e polizia”.
Nel 1960 Cataldo Tandoj, capo della squadra mobile di Agrigento in procinto di trasferirsi a Roma, viene ucciso in un agguato. Alcuni terreni alle porte di Roma, a Tor San Lorenzo, sono di proprietà di Frank Coppola, coinvolto nel traffico di eroina e procacciatore di voti per alcuni parlamentari. Il commissario Angelo Mangano nel 1973 sopravvive a un attentato di cui accusa Coppola, suo confidente - sembra che Mangano nel 1964 avesse catturato Luciano Liggio proprio grazie all’aiuto di Coppola (Liggio non sarà condannato e continuerà ad arricchirsi a Milano).
“Mafia e magistratura”.
Foto del processo a mafiosi nel 1965 a Catanzaro: quasi tutti gli imputati vengono assolti. Il magistrato Pietro Scaglione, che ha condotto l’istruttoria e denunciato legami tra la mafia e il mondo politico, viene assassinato nel 1971 a Palermo. Un anno prima era stato rapito Mauro De Mauro, giornalista de “L’Ora”, vicino a Scaglione (il regista Franco Rosi l’aveva incaricato di raccogliere notizie sulla morte di Mattei).
“Mafia e scuola”.
In Sicilia esistono le scuole della mafia, istituti scolastici sistemati dentro abitazioni costruite da speculatori, per le quali i comuni pagano affitti salatissimi mentre le scuole costruite con il denaro pubblico rimangono inutilizzate. I giovani protestano inutilmente, mentre sugli scranni di Palazzo delle Aquile, sede del municipio di Palermo, siedono vari inquisiti.
“Mafia e politica”.
Il legame tra mafia e politica si afferma con i movimenti separatisti del secondo dopoguerra, quando i nobili si servono di banditi come Salvatore Giuliano. In tempi più recenti Pasquale Almerico, sindaco DC di Camporeale, viene ucciso per essersi messo contro il capomafia Vanni Sacco.
Il film si conclude con la lettura del verdetto di assoluzione per gli imputati nel maxiprocesso a Palermo mostrato all’inizio, accolto festosamente dagli imputati.
titolo:
Mafia a Roma
titolo in italiano:
Mafia a Roma
regia:
-
Bertini, Antonio
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Cast & credits:
-
Perelli, Luigi (Fotografia)
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Raparelli, Aldo (Organizzazione)
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Chilanti, Felice (Testo)
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Curran, Alvin (Musica)
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anno: 1974
nazione: ITALIA
lingua: ITALIANO
sonoro: sonoro
durata: 20 min.
produzione: Corona Cinematografica