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Sinossi:
Il film illustra le condizioni di alcuni paesi della Lucania e della Campania, da dove gli uomini non possono fare altro che emigrare. Emigrano soprattutto in America e in Venezuela. A Caracas gli emigranti vengono chiamati "musiù", che nello spagnolo parlato in Venezuela significa straniero, di razza bianca, originario di paesi non ispanici. Essi sognano di poter tornare alla terra che li vide nascere. Coloro che riescono a realizzare questo sogno si costruiscono nuove case vicino al mare, e cercano di rendere più accoglienti i loro paesi costruendo strade, cinematografi, chiese e monumenti, dove spiccano nomi che ricordano il Venezuela.
Il film è narrato dalla voce di un emigrante. All'inizio vengono mostrati cartelli che pubblicizzano la partenza di navi per il Venezuela, l'Australia e l'Argentina. Nei paesi rimangono soprattutto bambini e donne. La maggior parte degli emigrati è andata a Caracas: vengono mostrate cartoline, libri degli emigrati, foto di bambini. In paese, la sala cinematografica si chiama "Cinema Venezuela". Gli emigrati ritornano con la voglia di ricostruire: una chiesa finanziata da un uomo che è diventato miliardario, le case nuove dei “musiù” (ville bianche in stile sudamericano). A fare da contrasto, gli angoli poveri dove gli emigrati hanno passato la giovinezza, con le donne che pregano sotto l'icona di Santa Rosalia e intrecciano corde sulla strada. Un gregge è portato a fare il bagno prima della tosatura: le pecore si tuffano nell'acqua dalle rocce. I ragazzi portano magliette con scritte sudamericane. Nel paese si trovano "Villa Venezuela", "Cinema Bolivar", un monumento ai caduti finanziato dagli emigrati e un busto di Simón Bolívar nei giardini di fronte al mare.
Il film è narrato dalla voce di un emigrante. All'inizio vengono mostrati cartelli che pubblicizzano la partenza di navi per il Venezuela, l'Australia e l'Argentina. Nei paesi rimangono soprattutto bambini e donne. La maggior parte degli emigrati è andata a Caracas: vengono mostrate cartoline, libri degli emigrati, foto di bambini. In paese, la sala cinematografica si chiama "Cinema Venezuela". Gli emigrati ritornano con la voglia di ricostruire: una chiesa finanziata da un uomo che è diventato miliardario, le case nuove dei “musiù” (ville bianche in stile sudamericano). A fare da contrasto, gli angoli poveri dove gli emigrati hanno passato la giovinezza, con le donne che pregano sotto l'icona di Santa Rosalia e intrecciano corde sulla strada. Un gregge è portato a fare il bagno prima della tosatura: le pecore si tuffano nell'acqua dalle rocce. I ragazzi portano magliette con scritte sudamericane. Nel paese si trovano "Villa Venezuela", "Cinema Bolivar", un monumento ai caduti finanziato dagli emigrati e un busto di Simón Bolívar nei giardini di fronte al mare.
titolo:
Sogni dei Musiù, i
titolo in italiano:
Sogni dei Musiù, i
regia:
-
D'Ambrosio, Enzo (D'Ambrosio, Vincenzo)
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Cast & credits:
-
Gagliardo, Fulvio (Organizzazione)
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Armanni, Fulvia (Montaggio)
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Menczer, Erico (Fotografia)
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Pacetti, Paolo (Speaker)
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Vitalini, Alberico (Musica)
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anno: 1961
nazione: ITALIA
lingua: ITALIANO
sonoro: sonoro
durata: 10 min.
produzione: Corona Cinematografica