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Da oltre un secolo, famiglie di pastori abruzzesi lasciano per la transumanza le loro montagne e portano greggi e famiglie sempre nello stesso luogo, una sorta di accampamento di baracche che sorge in un paesaggio desolato delle periferia di Roma, con palazzoni che si ergono sullo sfondo. Il film segue in particolare alcuni momenti della giornata di una famiglia composta da padre, madre e quattro figli: la colazione del bambino che si appresta ad andare a scuola; la madre che lancia il becchime alle galline; il padre che munge le pecore; uno dei figli che le fa uscire dal recinto e, prima di sera, dopo aver fatto attraversare alle bestie la strada asfaltata, le riporterà a casa tutte sane e salve. Al centro del gruppo di baracche, si è formato un laghetto, che ha ricoperto d'acqua gli orti dei pastori, ora costretti ad acquistare le verdure al mercato. Ma è il minore dei mali: all'improvviso, un rumore assordante e il ribaltamento del cassone di un camion colmo i terra ci annunciano che la fossa d'acqua sarà coperta, per fare posto alla costruzione di un nuovo palazzone. Ma i pastori resistono. Talvolta i loro figli giocano all'aperto coi figli dei manovali calabresi. Le nuove abitazioni porteranno luce e gas: ma per le pecore non ci sarà più posto. La città a breve inghiottirà gli ultimi pastori.