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Documentario su una squadra di calcio di provincia, la Cavese di Cava dei Tirreni (in provincia di Salerno). Sui titoli di testa, immagine di un armadietto in cattivo stato contenente palloni, scarpini e casacche. Finale di una partita: i calciatori lasciano il campo, negli spogliatoi gli atleti della Cavese si rallegrano per la vittoria. La voce fuori campo sottolinea come solo uno di essi sia un professionista. Gli altri vengono mostrati nel loro lavoro quotidiano: un muratore, un geometra, un fabbro, un decoratore. La voce fuori campo ricorda come a inizio campionato la squadra fosse partita malissimo, causando l'intervento della giunta comunale che, compatta, deliberò l'acquisto del professionista, proveniente dal Nord. Il professionista passeggia per le strade del centro, attirando sguardi femminili. Per il barbiere, averlo tra i suoi clienti è un onore. Davanti alla chiesa, i bambini tirano calci a un pallone. Il giovedì, i calciatori si allenano. Un'automobile passa per il centro annunciando con l'altoparlante la prossima partita: Cavese contro Virtus Invicta. Dal lustrascarpe e al bar, crocchi di uomini non parlano d'altro. Su un muro a fianco di una macelleria, viene appeso un cartello scritto a mano che annuncia il prossimo match. Una donna appende assieme agli altri panni una maglietta della Cavese. La partita: fasi di gioco si alternano alle reazioni del pubblico. Un bambino scrive sul muro: "Viva la Cavese".