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Nel quartiere romano di San Lorenzo (compreso fra Porta Tiburtina e Viale dello Scalo San Lorenzo) si trovano la Basilica di San Lorenzo fuori le mura e il Cimitero del Verano: a metà Ottocento i primi abitanti di questa zona furono proprio i “crociari”, marmisti attirati dalla presenza del cimitero. Nel 1910, in seguito alla costruzione dello scalo merci, arrivarono i trasportatori con i loro carri (oggi sostituiti dai camion). Un po' alla volta sorsero le fonderie e il quartiere si popolò di artigiani, piccoli imprenditori, operai. Uno di essi ricorda che nel 1921, in seguito a uno sciopero, i fonditori si riunirono in una cooperativa, la Sociale Umanitaria, per gestire la fornace. La maggior parte degli abitanti oggi invece lavora lontano dal quartiere e accanto alle case sono sorte baracche. In via Piceni, durante la pausa pranzo, gli operai di una coloreria e di una falegnameria giocano a calcio. In un bar si incontrano due ragazzi e una ragazza, discutono di lavoro e futuro. Altri episodi della storia e della vita politica di San Lorenzo, molto attiva sin dal 1918, vengono ricordati da un anziano seduto su una panchina: in particolare si rievocano i funerali di Enrico Toti nel 1922, quando la popolazione del quartiere insorse contro i fascisti che volevano accompagnare il feretro dell'eroe della prima guerra mondiale. Alcuni edifici conservano ancora le tracce delle bombe che il 19 luglio 1943 danneggiarono pesantemente il quartiere. Un marmista, che esegue riproduzioni di reperti archeologici e spiega le tecniche per antichizzare i manufatti, ricorda il bombardamento. Infine viene intervistato l'ultimo carrettiere del quartiere: ha iniziato nel 1907, ma adesso non lavora quasi più.