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Un paesino della Puglia tormentato dalla siccità rinasce grazie al Fondo lire e al Piano Marshall. Il film si apre su un paesaggio arido e sassoso, con sparute pecore alla ricerca di qualche ciuffo, una coppia di buoi nella landa desolata. In paese arriva ogni giorno una botte d’acqua potabile, trainata su un carretto, preziosa ma insufficiente. Due becchini si alzano dal tavolino dell’osteria ed entrano in una casa: è l’ennesimo decesso per tifo. La processione funebre attraversa il paese. Una donna raccoglie da un pozzo un secchio di acqua nera. Un’altra versa acqua da una brocca sulle mani dei famigliari, che si lavano velocemente. L’acqua rimanente viene utilizzata per annaffiare le piantine rachitiche dell’orto. Arriva su un mulo un uomo ben vestito e riverito: è il rabdomante. Con alcuni paesani si reca su una collina alla ricerca di una sorgente, col bastoncino in mano, vanamente. Il cielo si rannuvola, i paesani alzano speranzosi gli occhi al cielo, ma non pioverà. Un giorno si ferma davanti al municipio un auto: sono “quelli dell’acquedotto”, di cui tanto si è parlato per niente. Ma stavolta è la volta buona. Inizia la costruzione, e finalmente, arriva il giorno dell’inaugurazione della fontana. L’acqua zampilla, la banda suona, la gente applaude, un bambino si lancia verso la vasca e si spruzza col bene prezioso.