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La storia nel decennio 1849-1859 raccontata attraverso illustrazioni d'epoca e riprese sui luoghi degli avvenimenti.
Una cartina mostra come nel 1849 l'Italia fosse divisa in molti stati diversi, la maggior parte dei quali dominati da stranieri. La battaglia di Novara del 23 marzo 1849 conclude la prima guerra di indipendenza con la sconfitta dei Piemontesi da parte degli Austriaci guidati da Radetzky. Il re Carlo Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II che firma l'armistizio. In tutta Italia si torna ai regimi assolutistici e sul Piemonte convergono le speranze di indipendenza di tutti. In Veneto e Lombardia, ancora soggiogati all'Austria, i patrioti vengono condannati a morte mentre sugli scranni del parlamento piemontese siedono Massimo D'Azeglio, Vincenzo Gobetti, Agostino Depretis e inizia a farsi notare Cavour. Da ministro dell'agricoltura Cavour apporta migliorie importanti per i contadini piemontesi, come il sistema di irrigazione dei campi tramite canali. Il governo si occupa anche di incentivare l'industria e di dotare la regione di una moderna rete ferroviaria. Nel 1855 il Regno di Sardegna viene coinvolto nella guerra di Crimea, scoppiata due anni prima tra Francesi, Inglesi, Turchi da una parte e Russi dall'altra. I Piemontesi, guidati dal generale La Marmora, si trovano dalla parte dei vincitori, Cavour siede al tavolo della pace e si avvicina alla Francia: i buoni rapporti fra i due Stati, brevemente messi in discussione dal tentativo di Felice Orsini di uccidere Napoleone III nel 1858, vengono sanciti dagli accordi di Plombières del 21 luglio 1858 e dal matrimonio fra Clotilde, figlia di Vittorio Emanuele II, e un cugino di Napoleone. Il 23 aprile 1859 segna l'inizio della seconda guerra di indipendenza tra il Piemonte, appoggiato dalla Francia, e l'Austria. Le truppe austriache guidate dal generale Gyulai attraversano la campagna piemontese dirigendosi verso Vercelli: i contadini offrono una resistenza passiva allagando il territorio e dunque ostacolando l'avanzata nemica. I Francesi raggiungono l'esercito dei Savoia ad Alessandria e sconfiggono gli Austriaci a Montebello, Palestro, Magenta. I cacciatori delle Alpi di Garibaldi avanzano in Lombardia, nei regni dell'Italia centrale i governatori legati all'Austria vengono cacciati. Nel giugno 1859 Vittorio Emanuele II e Napoleone III entrano a Milano da vincitori. Gli Austriaci sono sconfitti nuovamente a Solferino e San Martino: la battaglia viene descritta dalle voci di una contadina e di un soldato e da immagini evocative (un cane che abbaia, rumori di bombe e spari, cavalli scalpitanti, un secchio che cade dal bordo di un pozzo, voci che pregano, un bosco in fiamme). La Lombardia è libera, le truppe austriache si ritirano nelle fortezze del quadrilatero. La vittoria accende l'entusiasmo e la voglia di arrivare fino a Venezia, ma l'armistizio di Villafranca (11 luglio 1859) tra Napoleone e l'imperatore Francesco Giuseppe pone fine alla guerra con il passaggio della Lombardia al Piemonte e il ripristino dei governi filo-austriaci nell'Italia centrale. In seguito a questa delusione Cavour si dimette da primo ministro, ma ben presto i ducati di Parma, di Modena e Reggio, la Toscana e l'Emilia-Romagna indicono plebisciti per annettersi al Piemonte e Garibaldi parte con i suoi da Quarto verso la Sicilia, per combattere per l'indipendenza e l'unità d'Italia.
Una cartina mostra come nel 1849 l'Italia fosse divisa in molti stati diversi, la maggior parte dei quali dominati da stranieri. La battaglia di Novara del 23 marzo 1849 conclude la prima guerra di indipendenza con la sconfitta dei Piemontesi da parte degli Austriaci guidati da Radetzky. Il re Carlo Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II che firma l'armistizio. In tutta Italia si torna ai regimi assolutistici e sul Piemonte convergono le speranze di indipendenza di tutti. In Veneto e Lombardia, ancora soggiogati all'Austria, i patrioti vengono condannati a morte mentre sugli scranni del parlamento piemontese siedono Massimo D'Azeglio, Vincenzo Gobetti, Agostino Depretis e inizia a farsi notare Cavour. Da ministro dell'agricoltura Cavour apporta migliorie importanti per i contadini piemontesi, come il sistema di irrigazione dei campi tramite canali. Il governo si occupa anche di incentivare l'industria e di dotare la regione di una moderna rete ferroviaria. Nel 1855 il Regno di Sardegna viene coinvolto nella guerra di Crimea, scoppiata due anni prima tra Francesi, Inglesi, Turchi da una parte e Russi dall'altra. I Piemontesi, guidati dal generale La Marmora, si trovano dalla parte dei vincitori, Cavour siede al tavolo della pace e si avvicina alla Francia: i buoni rapporti fra i due Stati, brevemente messi in discussione dal tentativo di Felice Orsini di uccidere Napoleone III nel 1858, vengono sanciti dagli accordi di Plombières del 21 luglio 1858 e dal matrimonio fra Clotilde, figlia di Vittorio Emanuele II, e un cugino di Napoleone. Il 23 aprile 1859 segna l'inizio della seconda guerra di indipendenza tra il Piemonte, appoggiato dalla Francia, e l'Austria. Le truppe austriache guidate dal generale Gyulai attraversano la campagna piemontese dirigendosi verso Vercelli: i contadini offrono una resistenza passiva allagando il territorio e dunque ostacolando l'avanzata nemica. I Francesi raggiungono l'esercito dei Savoia ad Alessandria e sconfiggono gli Austriaci a Montebello, Palestro, Magenta. I cacciatori delle Alpi di Garibaldi avanzano in Lombardia, nei regni dell'Italia centrale i governatori legati all'Austria vengono cacciati. Nel giugno 1859 Vittorio Emanuele II e Napoleone III entrano a Milano da vincitori. Gli Austriaci sono sconfitti nuovamente a Solferino e San Martino: la battaglia viene descritta dalle voci di una contadina e di un soldato e da immagini evocative (un cane che abbaia, rumori di bombe e spari, cavalli scalpitanti, un secchio che cade dal bordo di un pozzo, voci che pregano, un bosco in fiamme). La Lombardia è libera, le truppe austriache si ritirano nelle fortezze del quadrilatero. La vittoria accende l'entusiasmo e la voglia di arrivare fino a Venezia, ma l'armistizio di Villafranca (11 luglio 1859) tra Napoleone e l'imperatore Francesco Giuseppe pone fine alla guerra con il passaggio della Lombardia al Piemonte e il ripristino dei governi filo-austriaci nell'Italia centrale. In seguito a questa delusione Cavour si dimette da primo ministro, ma ben presto i ducati di Parma, di Modena e Reggio, la Toscana e l'Emilia-Romagna indicono plebisciti per annettersi al Piemonte e Garibaldi parte con i suoi da Quarto verso la Sicilia, per combattere per l'indipendenza e l'unità d'Italia.
title:
Italia una e indipendente
italian title:
Italia una e indipendente
director:
-
Mercanti, Gianpaolo (Giannarelli, Ansano)
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Cast & credits:
-
De Mitri, Giuseppe (Fotografia)
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Gagliardo, Elio (Fotografia)
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Armentano, Vittorio (Sceneggiatura)
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Mercanti, Gianpaolo (Giannarelli, Ansano) (Sceneggiatura)
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Marras, Alberto (Direzione produzione)
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Vitalini, Alberico (Musica)
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year: 1961
country: ITALIA
language: ITALIANO
sound: sound
length: 43 min.
production: Corona Cinematografica