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La Romagna, tra Ravenna e Ferrara, diventa una sconfinata distesa di paludi, acqua stagna, pozze e valli incolte. Questo è il paese della fame, delle zanzare: la gente che vi abita mangia polenta con un pezzo di anguilla o di pesce gatto, pescato di frodo nelle valli proibite. La capitale delle paludi è Comacchio, paesino vecchio quattromila anni costruito su tredici isolette fatte di viottoli, di campielli e di ponti. La vita dei paesani è dura, con poche soddisfazioni. Nelle basse, tra le canne, il pescatore di frodo passa ore e ore con i piedi appiccicati alle alghe per catturare un'anguilla grassa o un mezzo chilo di pesce che ha la carne forte dal sapore di melma. La guardia, che è un uomo del paese che ha vissuto assieme al pescatore, gli dà la caccia e molto spesso lo arresta. Ma pescatori e guardiani non si odiano: fanno ognuno il proprio mestiere, e la sera si incontrano all'osteria. La pretura condanna a dozzine i fiocinatori di frodo: ma per necessità di vita e quasi di tradizione continueranno ugualmente la pesca. La bonifica del territorio alla gente di Comacchio interessa poco, hanno "l'anguilla nel sangue" e non si adattano alla vita contadina.