RARA (film)
RARA (film) è un’opera unica e irriducidibile nel panorama del cinema, dell’arte, dell’avanguardia italiana. Irriducibile (a schemi, schieramenti, confini) è il suo autore, Sylvano Bussotti, che ha attraversato la seconda metà del Novecento esplorando i campi della musica, dell’arte, della scrittura poetica e teatrale, da autentico artista polimorfo (e a tratti perverso). Dalla sua opera, che ha avuto come commentatori e compagni di strada Carmelo Bene, Umberto Eco, Roland Barthes, RARA (film) emerge con la forza d’una speciale rarità: un film realizzato negli anni tra il 1967 e il 1969, in 16mm, muto, pensato per essere accompagnato da mutevoli variazioni musicali; un film fatto di calligrafie, fotografie, disegni, corpi, arbusti, capelli, tessuti, lacrime; un film-album di immagini disegnate da sfogliare come se fossero le pagine di un diario segreto; una creatura dove i mostri, i santi, i demoni e gli angeli si danno man forte per apparecchiare l’orgia.
Titolo circonfuso di leggenda, pellicola ormai prossima all’estinzione, RARA (film) è stato restaurato nel 2007 dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Gender Bender Festival. In quell’occasione Bussotti, su invito e commissione di Gender Bender, elaborò appositamente per il film un graphic score denominato Nuovo montaggio di inedite sequenze musicali. Il Dvd che presentiamo propone il film restaurato accompagnato dalla partitura bussottiana, nella rilettura ed esecuzione che il gruppo musicale mdi ensemble ne ha curato nel 2017.
Nel booklet curato da Andrea Meneghelli, un testo di Sylvano Bussotti, un profilo dell’autore di Daniela Tortora, saggi sul film di Fabio Casadei Turroni e sulla performance musicale di Emilio Sala. Con pagine tratte dalla partitura del 2007.
Extra: Bussotti par lui-même (1976, 74’) di Carlo Piccardi
Il cinematografo lo si praticava in tanti a bassissimo costo e non ci fu un interprete, tecnico, operatore oppure animali di passaggio, che pretendesse un compenso materiale di qualsivoglia natura vivendo quella rara festività come il gioco reale dell’amicizia. A loro tutti va la mia gratitudine divertita e profonda.
(Sylvano Bussotti)