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“Gamba di Legno” è il nome con cui vengono chiamati i tram su rotaie a vapore di Milano. Tale nome deriva da un incidente verificatosi nei primi anni di utilizzo del mezzo, quando un tranviere perde la gamba in un incidente sul lavoro, ma continuerà il suo servizio nonostante la gamba di legno. Il film si apre sulla Milano del 1952: accanto agli imponenti palazzi, si trovano ancora angoli dove la “modernizzazione” edilizia non è arrivata: cortili interni, i navigli solcati da imbarcazioni, il giardino di una villa a Porta Magenta). All’alba, si apre per l’ultima volta il cancello della “casa” di Gamba di Legno, la cui storia è iniziata nel 1879, e che verrà sostituito da mezzi pubblici più moderni. Attraverso fotografie d’archivio, si traccia un quadro della Milano della seconda metà dell’Ottocento: pompieri su carri trainati da cavalli, tram a rotaie trainati da cavallo che passano davanti al Duomo, donne al parco, una esibizione di palloni aerostatici, lo spettacolo di Buffalo Bill. Si torna al presente, con il tram a vapore che all’alba scarica in città una fiumana di passeggeri che si recano al lavoro. Alla stazione, i mezzi vengono sottoposti a manutenzione e pulizia. In un deposito di vecchie traversine si taglia la legna che servirà ad alimentare le locomotive. In un’officina meccanica vengono eseguite riparazioni. In fila sulle rotaie, le locomotive ricevono la loro razione giornaliera di acqua. Alcuni mezzi partono nel primo pomeriggio, seguiamo il percorso di uno di questi attraverso la città e in provincia, dove costeggia un cimitero, donne che lavano i panni al fiume, casolari di campagna. La sera, al rientro del tram, una donna chiude per l’ennesima volta le finestre per evitare che il fumo le invada la casa.

Restaurato in collaborazione con Guido Guerrasio.