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L'arte e la vita del pittore Pietro Morando.
Morando, ottantenne, cammina leggendo il giornale, arriva al suo studio situato nel centro della vecchia Alessandria. Nel cortile saluta un vicino, sale le scale e raggiunge lo studio, dove lo vediamo intento a disegnare. Mentre la voce di commento inizia a raccontare la sua biografia, scorrono alcuni dei suoi quadri. Dipinse spesso l’Alessandria periferica e del centro: riprese della città sono seguite dai quadri che la ritraggono. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Morando si arruola volontario, la guerra ispira quadri e soprattutto disegni che spingono alcuni critici a paragonarlo a Goya. Dopo la guerra torna ad Alessandria, inizia a dipingere gli scioperi operai e contadini, e ritrae personaggi umili come suonatori, pescatori, poveri e viandanti. I quadri sono associati in montaggio a riprese di uomini anziani che giocano a carte e a bocce, un uomo che percorre una stradina di campagna, pescatori sul Tanaro. Morando diventa amico di Gobetti e Gramsci, frequenta circoli antifascisti. Quadri che raffigurano poveri e viandanti sono messi in parallelo a riprese di anziani che camminano per strada, un ospizio con vecchi nel cortile. Il film si conclude nello studio del pittore che sta disegnando a carboncino un giovane capellone.