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O' balcone, il balcone, a Napoli è un pezzo di casa in più a disposizione di tante famiglie numerose: è un pezzo di cucina in più, di camera da letto in più, di soggiorno in più. E' il punto di osservazione ideale per il teatro umano della strada. Una carrellata sui palazzi di Napoli, con i loro balconi e i panni stesi ad asciugare, apre il film, mentre la voce di commento recita alcuni versi tratti da “Il paese di Pulcinella” di Eduardo De Filippo. Su ogni balcone c'è qualcuno: un uomo che legge il giornale, donne che stendono i panni, che guardano in strada, bambini seduti... I vicoli sottostanti sono affollati di passanti, venditori di sedie e palloncini, ragazzini che chiamano le madri, un carretto con un poster di Mario Merola, il mercato Spaccanapoli, le pescherie. Le vicine conversano da balcone a balcone, commentano la gente che passa. Nel quartiere San Lorenzo ci sono le sartine e i balconi sono le loro vetrine:su uno c'è un manichino con un vestito da sposa e il cartello “Confezioni Maria. Abiti da sposa e comunioni”, su un altro due manichini con abiti da cerimonia maschili. Le sartine tagliano e cuciono, indossano i loro abiti per mostrarli ai passanti. Anche l'amore nasce per strada, nei quartieri spagnoli le ragazze si affacciano ai balconi e si fanno guardare dai ragazzi. Dopo qualche anno sono sposate con figli, le vediamo circondate da bambini sui balconi del Rione Sanità e della Maddalena, per strada e in ospedale in attesa di partorire, già vecchie a vent'anni, sottolinea il commento. Di sera i marinai passano in calessino per le strade, le insegne delle pizzerie si accendono, attraverso finestre e balconi le luci rivelano ciò che accade all'interno delle case, dietro i vetri: anziani da soli e famiglie numerose, stanze vuote e stanze piene di gente, televisori accesi e immagini di santi appese alle pareti, case ricche e case povere, camere da letto piene di bambini.