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In un teatro di posa completamente bianco, ritratto di una giovane attrice diciannovenne. La voce fuori campo è certa che la ragazza non sfuggirà alle regole del “consumo rapido”, dove la bravura non conta, e le attribuisce un processo di regressione autoerotica, narcisismo, turbe infantili da shock di abbandono. Inizialmente la macchina da presa seziona il volto della ragazza (naso, orecchie, denti, occhi). Poi la vediamo accarezzarsi il volto, esaminarsi le dita dei piedi e contorcersi voluttuosamente. Stralci di intervista: lei afferma di sentirsi una ragazza normale, non ucciderebbe la madre anche se non sa dire perché, non si pone il problema della verginità (persa a 14 anni), non può prevedere se farà o meno sesso per soldi. Si esibisce poi in prove di recitazione, che terminano con lacrime copiose e grida isteriche rivolte alla macchina da presa.