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Sinossi:
Trieste, dopo la Liberazione, sembra essere stata dimenticata dal resto della Repubblica Italiana, che l'ha abbandonata da un punto di vista economico e politico.
Immagini del porto di Trieste desolato. Una signora anziana ricorda i “tempi dell’Austria”, quando il porto era in piena attività. Voci di portuali che lamentano la crisi. Il fantasma del Molo Settimo, a proposito del quale, nel 1954, venne annunciato un piano di potenziamento mai attuato. L’Arsenale, invece, è stato rimodernato ma non ampliato, impedendogli così di ospitare grandi navi. Al cantiere, si costruisce la nave “Raffaello”. Operai si recano alla Cantieri Riuniti di Monfalcone, alcuni di essi osservano come la scarsità di lavoro abbiamo condotto a un aumento della povertà. A Gorizia la situazione è anche peggiore: campeggia il monumento al Duca d’Aosta aviatore, ma non esiste l’aeroporto, lo sviluppo industriale latita, i contadini devono vedersela con le difficoltà di ottenere i permessi militari per effettuare i lavori agricoli. Voci di sloveni italiani che si sentono abbandonati, mentre sfila una retorica parata militare alla presenza di Luigi Einaudi e Mario Scelba. L’unica strada da percorrere, afferma la voce di commento in conclusione, è il socialismo.
Immagini del porto di Trieste desolato. Una signora anziana ricorda i “tempi dell’Austria”, quando il porto era in piena attività. Voci di portuali che lamentano la crisi. Il fantasma del Molo Settimo, a proposito del quale, nel 1954, venne annunciato un piano di potenziamento mai attuato. L’Arsenale, invece, è stato rimodernato ma non ampliato, impedendogli così di ospitare grandi navi. Al cantiere, si costruisce la nave “Raffaello”. Operai si recano alla Cantieri Riuniti di Monfalcone, alcuni di essi osservano come la scarsità di lavoro abbiamo condotto a un aumento della povertà. A Gorizia la situazione è anche peggiore: campeggia il monumento al Duca d’Aosta aviatore, ma non esiste l’aeroporto, lo sviluppo industriale latita, i contadini devono vedersela con le difficoltà di ottenere i permessi militari per effettuare i lavori agricoli. Voci di sloveni italiani che si sentono abbandonati, mentre sfila una retorica parata militare alla presenza di Luigi Einaudi e Mario Scelba. L’unica strada da percorrere, afferma la voce di commento in conclusione, è il socialismo.
titolo:
O Trieste del mio cuore
titolo in italiano:
O Trieste del mio cuore
regia:
-
Mangini, Cecilia
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Cast & credits:
-
Macchi, Egisto (Musica)
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Trainini, L. (Montaggio)
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Oriani, Aldo (Testo parlato)
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anno: 1964
nazione: ITALIA
lingua: ITALIANO
sonoro: sonoro
durata: 16 min.
produzione: Settima Arte