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Sinossi:
Documentario sul pittore Gino Rossi (Venezia, 1884 - Treviso, 1947): la sua arte, la lotta contro accademie e conformismi borghesi, gli ultimi anni passati in manicomio. Nel cortile del manicomio S. Artemio di Treviso alcuni malati passeggiano assieme agli infermieri: una voce fuori campo legge alcuni scritti del pittore Gino Rossi, che trattano di malattia mentale e solitudine mentre compaiono alcune sue vecchie fotografie e una mano disegna su una pagina della “Domenica del Corriere”. Immagini della laguna di Venezia e di Burano, con gabbiani che volano e lenzuola stese ad asciugare che si alternano ai quadri di Rossi, che attraverso le sue lettere ricorda un momento particolarmente creativo e felice sottolineando l’idea che l’arte serva a rinnovare e far progredire la vita. Una lettera del 1912 indirizzata a Nino Barbantini, direttore di Ca’ Pesaro a Venezia, contesta le accuse di volgarità lanciate dalla borghesia alle avanguardie dell’epoca e annuncia la partenza per Parigi con Arturo Martini, perché “Venezia non è più ambiente per noi”. Primi piani di uomini, donne e bambini si alternano a immagini di dipinti per illustrare le parole del pittore. Rientrato in Italia e abbandonato dalla moglie, Gino Rossi si trasferisce con la madre a Ciano, sulle colline del Montello, e per vivere è costretto a fare il venditore ambulante: la crisi, sempre più profonda, sfocia nel tentato omicidio della madre e nel ricovero nel manicomio S. Artemio di Treviso per “demenza precoce (paranoide)”. Tra i ricoverati nella struttura, un uomo passeggia solitario con un rotolo di carte sotto il braccio, e lascia cadere alcuni fogli colorati.
titolo:

Mio dissenso, il

titolo in italiano: Mio dissenso, il
regia:
Cast & credits:
anno: 1969
nazione: ITALIA
lingua: ITALIANO
sonoro: sonoro
durata: 15 min.
produzione: Corona Cinematografica