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Sinossi:
Osiride Pevarello fa lo stuntman nel cinema e vive con la famiglia in una roulotte a Roma, in uno spiazzo non edificabile perché troppo vicino alle catacombe di Commodilla dove il sottosuolo è tutto vuoto, spiega un uomo anziano che abita lì, chiamato “commendatore” dal regista che lo intervista. Spesso vengono le guardie mandate dal Comune a sgomberare il cortile con la scusa dell'igiene, ne vediamo una arrivare in bicicletta e discutere animatamente con Osiride, che non vuole saperne di andarsene. Vive lì da anni con la moglie e i quattro figli, le due più piccole mostrano il cortile in cui vivono: l'ingresso delle catacombe, una tomba, la vicina di casa: una “gattara” che porta da mangiare ai suoi gatti, ne ha 180 e li conosce tutti per nome, dicono le bambine. Il figlio maschio fa la prima media e da grande vuole fare l'attore, lo vediamo mentre la madre gli fa il bagno. La figlia maggiore invece ha 18 anni e la mattina dorme fino a tardi perché lavora di sera in un tiro al bersaglio: quando si sveglia esce dalla roulotte e va a passeggio con il fidanzato. Osiride racconta la sua storia seduto nella roulotte, dove la moglie prepara il caffè, è molto orgoglioso della sua abitazione composta da due locali, uno più grande dove si trovano la cucina e la camera dei ragazzi, uno più piccolo dove dormono lui e la moglie. Racconta la sua infanzia, il padre era un contadino che a un certo punto ha imparato a fare il prestigiatore e ha cominciato a girare il modo con la moglie, vediamo le foto dei genitori. Ha molti fratelli e sorelle che fanno i giostrai e i circensi, anche lui aveva un circo che ha venduto per dedicarsi completamente al mestiere di acrobata e cascatore per il cinema e la televisione. Si esibisce in giochi di prestigio, mostra le foto della sua carriera appese alle pareti, racconta di aver cominciato con “Il mulino del Po” di Lattuada, di aver lavorato con Fellini, Rosi e Modugno in “Scaramouche”. Vediamo anche due sequenze di un film in cui ha lavorato come stuntman (sul ciak è scritto: “titolo provvisorio i giudici – Sansone”, molto probabilmente si tratta de “i grandi condottieri” di Francisco Pérez Dolz e Marcello Baldi, stesso regista di “Osiride”): in una cade sotto una statua di pietra, nell'altra si esibisce come mangiafuoco. Quando non lavora, la mattina presto va sul Tevere a pescare, per portare a casa qualcosa da mangiare. I tre figli più piccoli vanno a scuola, vediamo le bambine all'uscita con i loro grembiuli bianchi mentre il maschio si ferma a giocare a calcio con gli amici, la più grande invece carica i fucili per il bersaglio. La famiglia si riunisce per il pranzo, mangiano la pasta tutti assieme all'aperto. La sera Osiride non si addormenta fino a quando non sente la figlia maggiore rincasare. Mentre tutti dormono sentiamo le loro voci che esprimono aspirazioni e desideri: la ragazza vorrebbe lasciare il tiro a segno per fare l'acrobata con il padre e guadagnare abbastanza soldi per sposarsi, i più piccoli vorrebbero una casa vera per non essere più chiamati zingari. Anche Osiride vuole una casa, non tanto per sé quanto per i figli.
titolo:
Osiride
titolo in italiano:
Osiride
regia:
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Baldi, Marcello
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Cast & credits:
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Masciocchi, Marcello (Fotografia)
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Potenza, Franco (Musica)
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Galiano, Vittorio (Organizzazione)
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anno: 1966
nazione: ITALIA
lingua: ITALIANO
sonoro: sonoro
durata: 13 min.
produzione: Corona Cinematografica