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Seicentomila anni fa i primi uomini si nutrivano di uova, piccole tartarughe e pesci, frutta e radici, forse insetti. Poi scoprirono il fuoco e con il tempo impararono ad accenderlo e a usare attrezzi come l'amigdala. Quindicimila anni fa la Terra subì una glaciazione che colpì soprattutto l'Europa: uomini e animali furono costretti a spostarsi, molti morirono. Il cervello umano si stava sviluppando e gli uomini impararono a cacciare e pescare, a spostarsi dietro le mandrie, a costruire trappole e armi. La liberazione dal problema del cibo favorì lo sviluppo dell'arte, usata inizialmente a scopo propiziatorio e magico con le pitture rupestri. Quando i ghiacciai si ritirarono e le grosse mandrie tornarono al Nord, la caccia diventò più difficile. Cercando mezzi alternativi di sostentamento, circa diecimila anni fa, l'uomo scoprì la semina e l'agricoltura, iniziò ad addomesticare e allevare gli animali. Nacquero il senso della proprietà e della comunità che portarono alla costruzione di villaggi. L'uso della lavorazione dei metalli segnò la fine dell'età della pietra: in questo periodo si sviluppò il commercio e fra il Tigri e l'Eufrate sorsero le prime città vere e proprie. Nel 3500 a.C. circa nacque la scrittura e la preistoria ebbe termine.