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I primi fumetti americani arrivano in Italia nel 1909 con il Corriere dei piccoli: Happy Hooligan (Fortunello), Maud (la Checca), Fritz e Hans (Bibì e Bibò) monopolizzano il mercato fino agli anni Trenta, quando escono in edicola altri giornali (Topolino, l’Audace, l’Avventuroso, i Tre Porcellini) e nuovi personaggi: le creature Disney, Mandrake, il principe Valiant, Flash Gordon, l’agente segreto X-9, Cino e Franco. Nel 1940, con il fascismo e la guerra, comincia un periodo di decadenza che si protrae fino agli anni Sessanta quando i vecchi fumetti vengono rivalutati con la pubblicazione in edizioni di lusso e riscoperti in chiave sociologica. Si scoprono anche nuovi personaggi che, in chiave umoristica, riflettono le nevrosi della società: tra questi Charlie Brown e B.C. Per vedere delle novità nel fumetto di avventura bisogna invece aspettare il 1965 e la pubblicazione delle prime tavole di Guido Crepax in cui si trovano diversi riferimenti al mondo contemporaneo e suggestioni architettoniche, mediatiche, artistiche, letterarie. Fondamentali, inoltre, le citazioni cinematografiche: innanzitutto nei motivi iconografici (ispirati a Bergman e von Stroheim), poi nella fisionomia dei personaggi (come la celeberrima Valentina che ricorda Louise Brooks). Le scene di battaglia dell’“Aleksandr Nevskij” di Ejzenstejn hanno ispirato un'intera storia di Crepax. Con il passare del tempo lo spunto poliziesco degli storie degli inizi lascia spazio alla dimensione fantastica, fino a raggiungere una simbiosi tra mondo reale e onirico con un’importante componente erotica che sconfina verso il feticismo e il sadomasochismo. Si ritrovano dunque i topoi del surrealismo classico, oltre a quelli della moderna psicanalisi, suggeriti da inquadrature oblique, deformazioni grandangolari e un alternarsi di vignette che risponde alle regole del montaggio cinematografico. L’interesse di Crepax per il cinema lo porta anche a disegnare nel 1966 lo storyboard del film di Tinto Brass “Col cuore in gola”.