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Il film traccia un confronto tra la dimensione umana che emerge dalla scultura medievale e quella che invece emerge dagli stabilimenti industriali contemporanei. Per analizzare la “misura umana” del passato, vengono mostrati vari esempi dell’arte di Benedetto Antelami, con riprese in interni effettuate nel Duomo e nel Battistero di Parma: tanto nelle rappresentazioni sacre quanto in quelle profane, ritroviamo un atteggiamento religioso che iscrive in una visione unitaria l’uomo e il mondo che lo circonda, esprimendo un contatto affettuoso con la realtà, di cui l’uomo coglie i frutti con ritualità precise. Varie immagini su enormi stabilimenti industriali e operai che vi lavorano (soprattutto nella saldatura) ci riportano a una dimensione completamente diversa: il mondo industriale ricrea complessi organismi autonomi, l’uomo sembra edificare una civiltà che non gli appartiene, che lo imprigiona e lo annienta.