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La vita nel porto di Napoli, una delle parti più caratteristiche della città, raccontata da un vecchio pescatore. L'edificio dell'Immacolatella, una volta il più importante del porto, è stato sostituito dalla nuova stazione marittima. Grosse navi di tutte le nazionalità sono attraccate al molo, nel porto si svolgono diversi mestieri: ci sono gli spazzini del mare, che raccolgono i rifiuti con una piccola imbarcazione, i mezzi raccoglitori di nafta, le navi antincendio. Ogni tipo di nave ha il suo molo, ci sono le navi da carico chiamate “carrette”: le merci sono caricate con delle carrucole e calate nelle stive. Un nuovo bacino di carenaggio è in costruzione. C'è il porto del caffè, quello del carbone: il carbone viene scaricato da una nave e caricato sui camion.
Nella stazione marittima troviamo invece gli uffici, con la stanzetta dei piloti: ogni nave che entra o esce deve avere a bordo un pilota del porto. Il pilota viene chiamato, esce e raggiunge la nave: sale a bordo, seguito dall'ufficiale medico e dall'ufficiale della capitaneria, effettuati tutti i controlli i rimorchiatori trainano la nave fino alla banchina. Una nave greca attracca, al molo ci sono altre imbarcazioni che vengono riparate e dipinte. Una nave suona la sirena e si prepara a uscire dal porto, affollato di gente che saluta agitando i fazzoletti. A bordo ci sono il pilota e il comandante, la statua del patrono all'ingresso del porto sembra salutare la nave che parte. Appena la nave ha raggiunto il largo, il pilota rientra. Il comandante può ora prendere pieno possesso della sua nave, guarda l'orizzonte con il binocolo. Il timoniere aziona le macchine a tutta forza.